Pinuccio

16

March

di e con Aldo Rapè

musiche originali dal vivo
Zafarà

Sabato 18 gennaio

Miglior Monologo
Premio Internazionale per il Teatro e la Drammaturgia TRAGOS
Piccolo Teatro di Milano / Febbraio 2017

“Quando cominci a scendere ti viene di chiudere gli occhi,
come quando giochi a nascondino.
Ma quando giochi poi li riapri e c’è la luce.
In miniera no.
Li puoi aprire e chiudere mille volte ma c’è sempre più buio.
E poi lo sai, sai benissimo che non è un gioco.
Sai che è finito il momento di giocare.
A otto anni è finito il momento di giocare.
Perchè adesso sei diventato grande.
Sei diventato un caruso. Un caruso di miniera”
(da Pinuccio di Aldo Rapè)

Pinuccio è la storia di uno dei tanti, forse troppi, bambini che hanno lavorato nelle miniere di mezza Sicilia, capitale mondiale dello zolfo e dei diritti all’infanzia negata. E’ la storia d’amore di un figlio alla ricerca disperata del padre. E’ la storia del riscatto di un’isola, la Sicilia, e forse della sua condanna.

Tre chilometri ci sono per la miniera di Gessolungo, a Caltanissetta. Peppino ha solo tre chilometri per non essere più un bambino. A dieci anni, Peppino ha solo tre chilometri per diventare grande, per non essere cchiu un picciriddu ma diventare un Carusu. Uno dei tanti Carusi di Miniera.

Hanno scritto
“Stupisce Rapè con la poesia che sta nella sua scrittura e la musica che accompagna ogni sua messa in scena, questa volta dal vivo, bella, bellissima, le note suonate da Sergio Zafarana… più di un cuntista, più di un cantastorie Rapè ha aggiunto la lentezza del ricordo di un adulto che non ha mai abbandonato quel bambino… ha commosso con essenzialità e semplicità, ha commosso tutti per poi regalare il sollievo, la catarsi sul finale con la musica che infine è gioia…” (GDS / 2017)

“Aldo Rapè e Zafarà commuovono gli spettatori con una struggente interpretazione e musiche che smuovono l’anima… In scena Rapè è accompagnato da Sergio Zafarana, in arte Zafarà. Da solo, con la sua loop station, riesce a ricreare un’atmosfera magica e nostalgica allo stesso tempo, perfetta per l’interpretazione di Rapè… un connubio riuscitissimo” (culturaacolori.it Gen 2018)

“Un monologo struggente e intensissimo. Aldo Rapé, accompagnato dalla musica dal vivo e originale di Sergio Zafarana, è salito sul palco della Chiesa Anglicana di Bordighera ieri sera, per incantare il pubblico…” (rivieratime.news / marzo 2018)

“… lo stile dell’attore, la cura del linguaggio teatrale e del ritmo, il sorvegliato e lentissimo
dispiegarsi della parola d’attore che è suono, corpo, ritmo, consapevolezza storica,
incantamento. Interessante, densa di echi e ben calibrata anche la presenza degli apporti sonori prodotti da vivo da Sergio Zafarana. Uno spettacolo insomma lieve e ben fatto, che suscita emozioni e domande che afferiscono, con autenticità, alla sostanza storico-politica del nostro presente e della nostra umanità globalizzata. Certo ci vuole intelligenza e un bel mestiere per arrivare a questo punto ed è la bella sorpresa che in questo lavoro Rapè riserva al suo pubblico.  (dramma.it – febbraio 2019)